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Incidenti con animali selvatici

12 ago 2013 - 09:16
Ogni automobilista dovrebbe sapere che il pedone è sacro, sia che si tratti di un essere umano, oppure di un animale. Il diritto alla vita è uguale per tutti, quindi bisogna fare attenzione e procedere con la massima cautela, sopratutto nei tratti di montagna.
Se l'uomo è in grado di controllare, quando vi riesce perchè non è sbadato, la selvaggina agisce d'impulso. Non avendo un campo visivo aperto, talvolta si butta in mezzo alla strada e le conseguenze sono fatali per entrambi.

Di norma, in questi tratti esistono segnalazioni apposite: il cartello con la figura dell'animale (mucca, cervo, cinghiale...) e magari un altro con il limite di velocità da tenere. Sopratutto al tramonto, l'attenzione dev'essere maggiore: non usare fari troppo forti per evitare di spaventare l'animale, spostare la visuale di continuo per scorgere i movimenti improvvisi, evitando così lo schianto. Diversi casi si sono verificati, il più delle volte l'animale ha la peggio, e lo si lascia agonizzante sul ciglio della strada. Sono scene raccappriccianti, pietose da vedere.

In questi casi, si deve dare comunicazione dell'incidente all'autorità competente per territorio (Comune, Provincia o Regione); se l'animale è ancora vivo, occorre prestargli soccorso, portandolo al punto più vicino della guardia forestale, o dal veterinario. Da oggi, 29 luglio 2010, se si investe un animale, si incorre nel reato di omissione di soccorso, punito con sanzioni da 78 a 1559 €.

Per quanto riguarda il rimborso dei danni subìti dall'auto, è necessario un certificato del veterinario, in cui si attesta che si è fatto il possibile per salvarlo, o che comunque, l'automobilista ha provveduto alle cure della bestiola. Bisogna altresì stabilire la presenza del cartello nel tratto di strada interessato dall'incidente: in tal caso, l'ente proprietario non è tenuto ad alcun risarcimento.

Attenzione: nel caso il cartello che indica l'attraversamento, fosse seguito da un incrocio con una strada principale, lo stesso cartello risulta nullo. In Sardegna, come altrove, nelle zone montane, accade spesso che un cucciolo di cinghiale sfugga alla vista della madre, un attimo e la tragedia si consuma. Ad ogni modo, una sentenza della Corte di Cassazione di Pesaro-Urbino, stabilisce che sia la Provincia a risarcire gli automobilisti danneggiati dalla fauna selvatica.
Nel nostro caso, sarà la Regione Sardegna a risarcire i danni.

Una nota a parte meritano gli incidenti con gli animali randagi, cani sopratutto, da sempre per strada oppure abbandonati dai padroni cui hanno regalato anni di fedele compagnia, ma questo è un altro discorso.Ebbene, in questo caso, a rispondere dei danni sono la ASL o il Comune, in base alla legge 291/91. Per ottenere il risarcimento, è necessario che il danneggiato dimostri alle autorità se le stesse hanno omesso alle misure di prevenzione in materia di randagismo.

Sotto il profilo processuale, il discorso è più complicato, poichè è indispensabile dimostrare l'effettiva natura randagia del cane, qualora non disponga di targhetta o microchip. Se l'animale, pur ferito, riesce a scappare, tale prova non sarà possibile alcun riconoscimento, e di conseguenza, il danneggiato non potrà avvalersi del risarcimento per riparare l'auto ed eventuali danni fisici riportati nell'incidente.
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