Premetto che, da tifoso dell'Anonima Lombarda Fabbrica Automobili, sono basito e inorridito da questa notizia funesta; manco m'avessero annunciato che la Ferrari cambia simbolo e mette il ciuchino amico dell'orco Shrek! Questo per testimoniare, quanto la casa tedesca mi stia non proprio simpatica.
Oltretutto, bisogna ricordare, che un quarto di secolo fà, il marchio del biscione, rischiava di finire in mano alla Ford. Fortunatamente, intervenne la Fiat che, con un grosso investimento, la strappò alle grinfie dell'oblìo sicuro.
Non oso immaginare, il rovesciamento metaforico che starà compiendo l'ing. Romeo all'interno della bara, poveraccio!
Ora, io non vorrei che si verificasse una simile operazione, come non sembra volerlo neanche la stessa FIAT. Semmai, bisogna investire e rilanciare ulteriormente il marchio, restituendogli quell'identità che la distingueva dalla casa madre e dalla Lancia.
Alla Fiat la funzionalità, alla Lancia l'eleganza e l'Alfa la sportività. Questa è la triade principale, la forza più grande e la motrice del mercato italiano dell'auto.
Sono passati alcuni mesi dal lancio commerciale della nuova "Giulietta", erede della 147; ad essere obiettivi, cosa non facile per chi scrive, sopratutto parlando dell'Alfa. Ebbene, sarei curioso di sapere, cos'è che questa splendida berlina ha da invidiare alla Golf?
Niente, ma proprio niente!
Non il prezzo, i motori, la linea, niente di tutto ciò è inferiore alla cosiddetta "mitica" berlina tedesca. E pensare che Giugiaro la presentò proprio alla casa torinese, che ne bocciò il progetto. Col senno di poi, non posso dire se fece bene, ma sono quasi sicuro che sarebbe fuori listino già da un pò.
Vorrei immedesimarmi nei panni di un avvocato difensore, aggiustarmi la toga sulle spalle mentre mi preparo a pronunciare l'arringa finale, guardando i giurati negli occhi e cercando di conquistarne le parti...
L'Alfa, ora come ora, dispone di una gamma piuttosto aricolata e spazia dal segmento "B" della Mito, alla super sportiva "8c", parente stretta del cavallino rampante. Se esiste una tedesca con spirito analogo, questa è la BMW e nessun altra.
E' un caso, se qualche mese fà, su uno dei tanti periodici di settore, accennava ad una collaborazione sul piano motoristico tra le due case; forse si tratta di una voce, o rumors, per dirla coi tempi moderni.
Circa dieci giorni fa, per le vie di Oristano, dove mi trovavo per lavoro, ho notato un cartellone che pubblicizzava un raduno di vecchie Alfa presso il centro commerciale "PORTA NUOVA". Piuttosto combattuto, poichè a Macomer se ne svolgeva uno Ferrari e non disponendo del dono dell'ubiquità, mi sono organizzato e alle nove di domenica mattina ero in treno per andare ad ammirare queste gloriose vetture.
Il piazzale era pieno dei vari modelli di Giulia, Gt, Gtv, Giulietta (tutte le serie prodotte), Spider. un Alfetta e tante altre in numero minore. Presenti alcune guest-star: l'immancabile 500, una Lancia carrozzata Zagato e una monumentale BMW "735".
Fatte le foto di rito, piano piano si accendevano i motori, l'inizio della sfilata era imminente e le auto si stavano mettendo in fila per uscire dal recinto di transenne. Inutile dire, quanto piacevole fosse la sinfonia dei bialbero a carburatori, una vera gioia per l'apparato uditivo in confronto all'anonimo ronzio delle berline di Wolfsburg.
Il 2010 è l'anno in cui l'Alfa compie 100 anni, un traguardo importante, fatto di alti e bassi (l'Arna, giusto per citare uno dei flop più clamorosi). Cento anni in cui milioni di italiani e non, hanno dato fiducia a questo marchio, sinonimo di sportività superiore alla media.
Non sono auto alla portata di tutti, non lo sono mai state, e negli anni del dopoguerra, era un vero lusso per chi ne possedeva una.
In conclusione, auto da sogno che realizzano un sogno, queste sono le ALFA ROMEO!