Milano. Sono le 13:20 di domenica 10 ottobre, un taxi percorre il Largo Caccia Dominioni, quando all'improvviso un cocker senza guinzaglio attraversa e il mezzo non può far niente per evitarlo, uccidendolo sul colpo.
Il conducente, mortificato per l'accaduto, scende dal mezzo per scusarsi ed è l'inizio della fine.
Quella che sembrava l'azione di un singolo, si è rivelato poi un linciaggio in piena regola, ad opera di tre persone, accanitesi sul povero tassista, che ora lotta tra la vita e la morte. Gli ultimi aggiornamenti, in base alle testimonianze raccolte, spostano l'attenzione sulla donna e le sue amiche; sarebbero state loro a dare man forte nell'aggressione, coadiuvate in seguito dal fidanzato di colei che portava a spasso il cane, di cui non è neanche proprietaria.
Dacchè scrivo questi articoli, seguo con particolare attenzione episodi del genere, fa parte del lavoro. Non si tratta del solito pirata della strada, ubriaco o drogato che sia, il quale falcia la povera bestiola e scappa senza prestare soccorso.
La legge, di recente introduzione, prevede una sanzione dai 389 ai 1.559 euro euro di multa per aver violato l'articolo 189/bis del Codice della Strada. Nella norma si legge: "L'utente della strada, in caso di incidente comunque ricollegabile al suo comportamento, da cui derivi danno a uno o più animali d'affezione, da reddito o protetti, ha l'obbligo di fermarsi e di porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso agli animali che abbiano subito il danno".
Il bilancio, dunque, è di un onesto lavoratore ridotto in fin di vita, con danni irreversibili al cervello, un altro, che per senso del dovere ci ha rimesso l'automobile, e di tre persone in carcere, cui pende l'ombra del reato di tentato omicidio, qualora il povero tassista non dovesse farcela.
Si sta vivendo in una società incattivita dai ritmi troppo frenetici, dove tutti sembrano in preda a nervosismi e stress per i troppi impegni di lavoro o famiglia. Un animale in casa, qualora gli spazi lo permettano, ha lo scopo di tenere compagnia, talvolta con fini terapeutici, ma è pur sempre un animale, una creatura di Dio come il genere umano, per carità, ad ogni modo è necessario un distinguo.