In uno dei primi articoli, scritti poco dopo la riapertura del sito, ho avuto modo di parlare della litigiosità degli automobilisti italiani. Una scena che ripete quotidianamente, in ogni città e strada dello Stivale, il Sandalo (la Sardegna), ed in Trinacria (la Sicilia).
Ebbene, stavolta l'indirizzo degli improperi non è il vicino di corsia, bensì, l'eventuale compagno/a di viaggio. Secondo gli psicologi, tale meccanismo, scatta entro i primi 22 minuti, in funzione della ristrettezza di spazi, un senso di oppressione che fa emergere dissapori e di conseguenza, l'incipit ad alterchi offensivi e poco salutari.
Basta un motivo futile, un ottava di troppo nel tono di voce di chi risponde, e si scatena il finimondo, nel vero senso della parola. Già, proprio il finimondo: infatti, litigare richiede attenzione ed energie, che vengono distolte alla guida. Di conseguenza, si è distratti e quando ci si accorge del pericolo è quasi sempre troppo tardi.
Ecco che il metaforico contare fino a dieci, si rivela utile: se poi i bollori sono ancora incandescenti, si potrebbe procedere ad oltranza, tipo quando si contano le pecorelle poichè non si riesce a dormire.
Ovviamente, meglio fermarsi e lasciare che la rabbia passi, anche contare porta distrazioni e la concentrazione dev'essere tutta per la strada e per la circolazione.
Questa indagine, in cui sono stati coinvolti automobilisti inglesi, ha fatto emergere il litigio, come una tra le distrazioni più pericolose, un rischio maggiore, rispetto all'uso del cellulare o il fumo.
La chiamata è possibile rifiutarla, altrettanto rimandare la sigaretta: il litigio, no. Il 51 % dei sinistri, avviene proprio perchè impegnati in questo tipo di discussioni, un numero non trascurabile e su cui è necessario riflettere.