Il pneumatico, nasce nel 1888 da un invenzione di John Boyd Dunlop, ancora oggi uno dei maggiori costruttori, e viene adottato dalla maggior parte dei veicoli in circolazione, dalle due ruote in su.
Può essere mono o plurimescola, con camera d'aria (ormai in disuso), senza (tubeless), o pieno (destinato all'uso agricolo e certi tipi di bicicletta).
Viene genericamente definito "ruota", quando viene assemblato con un cerchio in acciaio o lega, una valvola di ritegno, atta allo scopo di gonfiarlo e mantenere l'aria compressa o l'azoto.
Le parti fondamentali sono il battistrada e il profilo. Il primo funge da aggrappante e drenante, qualora si circoli in strade viscide per pioggia o composizione dell'asfalto stesso. Il secondo è fuso con la spalla, la cui altezza varia a seconda del mezzo su cui viene montato.
In campo motociclistico, una maggiore larghezza dello pneumatico favorisce la tenuta ma non sui fondi bagnati, influendo sui cambi di direzione. In campo automobilistico,valgono le stesse regole
Ci sono diversi tipi di battistrada, in funzione del tipo di veicolo che deve montarli, auto o moto che sia, ognuno con caratteristiche specifiche.
Una comune autovettura, senza particolari prestazioni, adotta degli pneumatici con profilo normale/turistico, che danno prevalenza alla guidabilità, mentre nel profilo sportivo, è la tenuta ad essere privilegiata.
Ci sono gli slick, destinati all'uso sportivo; i chiodati, adatti a terreni montani, quelli appositi da neve, oltre a tanti altri modelli, impossibili da classificare, poichè l'articolo non lo permette.
Il colore varia dal bianco totale delle origini, al bianco e nero, adottato fino al 1960, per approdare agli attuali, completamente neri.
La pressione giusta in funzione del carico, la misura omologata dalla Casa costruttrice, equilibratura e convergenza periodiche, ma anche una corretta rotazione, permettono al veicolo di mantenere una traiettoria senza sbalzi e consumi di carburanti ragionevoli, un particolare da non sottovalutare, sopratutto di questi tempi.