Chi aspirava ad una disfatta ed un ritiro commerciale della Fiat dal territorio nazionale, ha dovuto masticare amaro e accettare la realtà di una decisione, scaturita da un referendum, che ha decretato la vittoria dei sì e il via ad un nuovo corso industriale, che porterà diversi nuovi modelli nei prossimi anni a venire.
Stento a credere, che in caso contrario si festeggerebbe con uguale entusiasmo: in primis per il significato dell'acronimo F.I.A.T(Fabbrica Italiana Automobili Torino), poichè il senso territoriale muore e resta solo quello "storico".
Infatti, è stato presentato il bilancio relativo all'esercizio 2009/2010, che riporta il segno più alle voci ricavi e utili, (56,3 e 2,2 miliardi di €) non trascurando la voce indebitamento, che è stato quasi dimezzato, passando dai 4,4 mld di € del 2009, ai 2,4 del 2010.
In termini di percentuale, l'incremento è stato del 12,3 %, non poco, considerando il trend annuale poco lusinghiero sul mercato nazionale.
Un ottimo risultato, ottenuto dall'andamento complessivo del Gruppo, e il primo, dacchè è avvenuto lo scorporo e il recente rientro in Borsa, altrettanto lusinghiero.
Ancora un mesetto e le novità verranno tenute a battesimo dal Salone dell'auto di Ginevra. Gennaio è ormai agli sgoccioli, febbraio volerà senza darci il tempo di contare i giorni, e saremmo già a marzo, che aprirà agli addetti ed ai visitatori, un sipario ricco di proposte più o meno interessanti.
Il Gruppo sarà presente in misura massiccia: dalla nuova Ypsilon all'erede della Phedra, derivata dalla Chrysler "Grand Voyager", di cui probabilmente manterrà il nome.
Verrà inoltre presentata la Freemont, crossover su base Dodge Journey, che sostituirà la Croma e la monovolume Ulysse in un sol colpo, chiudendo il gemellaggio col Gruppo PSA.
Oltre le auto, ci sono i ben noti e riusciti veicoli industriali, le cui scocche e carrozzerie, sono condivise con altri marchi della concorrenza: chi ha occhio per i dettagli, noterà la plateale somiglianza con gli omologhi Renault Traffic e i due del sopracitato gruppo francese.
Diverse fonti, hanno riportato la notizia di possibili acquisizioni da parte tedesca, VW e Opel in particolare, interessate ai medi come il Daily, per la prima, e ai piccoli, leggi Doblò, per quanto riguarda la seconda.
E pensare che proprio la Opel era nel mirino della stessa Fiat, che intendeva prenderne il controllo e continuare un discorso industriale che comunque perdura, in quanto la Casa della saetta, adotta tuttora il 1,3 multijet, montato su buona parte della produzione nostrana.
Per quanto riguarda il mercato estero, sopratutto quello sudamericano, dove il Gruppo è leader con la nuova Uno, quasi gemella della nuova Panda che debutterà a fine anno.
Se ai piani bassi della gamma, le vendite sono fiacche, i gioielli di famiglia, rappresentati da Ferrari e Maserati, si dimostrano in grado di reggere il mercato della loro categoria e sfoggiare numeri molto interessanti.
Il marchio del Cavallino, ha infatti venduto 6573 vetture, di cui l'87% è composto da 458 Italia, seppur protagonista di un "infuocata" vicenda, che ne ha incenerito alcune qualche mese fà, e la California.
Un ottima annata, che ha portato nelle casse della Casa modenese, 1.919 milioni di € e un utile di 303, il che porta ad un incremento sul 2009 del 7,9%.
Per quanto riguarda il Tridente, sono state vendute 5.675 vetture, ricavi per quasi 600 milioni (+30,8%), di € e utili per 24, e in questo caso, è stata la Gran Cabrio a fare da traino.
Negli Stati Uniti, c'è stato infatti, un aumento del 45 %, in Gran Bretagna, del 75 %, ma il risultato più ecclatante, è quello del mercato cinese: addirittura il 128 %!
E' vero che la famigerata crisi persiste, ma bisogna anche riconoscere che i mezzi per combatterla e sconfiggerla non mancano, anzi, basta soltanto un pò di buona volontà e minor propensione alle chiacchiere di piazza.