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L'auto e il cinema

12 ago 2013 - 09:22
L'auto è sempre stata protagonista di vari film o telefilm. Partendo da "Il sorpasso" di Dino Risi, gioiello e icona cinematografica, risalente al 1962, e percorrendo le tappe salienti (non poche), cercherò di ricostruire un periodo in cui l'automobile è stata una vera regina delle scene.

Ho letto la trama del film che, per una strana combinazione, sembra proprio adatto al tema del sito cui è legato questo e gli altri articoli già presenti: l'infortunistica stradale. E' la storia di due amici occasionali che si ritrovano a fare un lungo giro con una favolosa Lancia Aurelia Sport, partendo dalla Roma deserta del mattino di Ferragosto e proseguendo attraverso la Versilia, fino alla Costa Azzurra.
Un on the road che si conclude in modo tragico, con la morte del personaggio di Trintignant, provocata dall'incoscienza di Gassman.

Un film attuale, anche a distanza di quasi mezzo secolo; eppure non si tratta di alcol o droga, bensì di pura e semplice spacconeria, incoscienza, se vogliamo. Di incidenti simili, le cronache dei giornali sono piene, sopratutto nei week-end.

Col passare degli anni, altri film e serie televisive, fanno capolino nei palinsesti delle varie reti. Non tutte le produzioni hanno il fine di portare ordine e prevenzione, alcune sono solo dei rocamboleschi e poco esemplari inseguimenti, giusto per strappare due risate al pubblico che segue.

Ricordo con simpatia il maggiolino Herbie, le dune-buggy di "Altrimenti ci arrabbiamo", la Ferrari di Magnum P.I., il Generale Lee di Hazzard, le moto dei CHIP's (serie mirata e ancora trasmessa, quando il convento televisivo chiude per ferie...).
L'elenco sarebbe chilometrico, impossibile dare spazio a tutte le volte in cui l'auto appare. Il filone di "Scuola di polizia", Super Car, l'altra Ferrari di Miami vice. Senza trascurare il mitico Spider Alfa Romeo, ne "Il laureato".

Come detto, alcune sono presenze puramente sceniche, lo spirito preventivo è prerogativa di due serie, una delle quali già citata, l'altra, invece, nata circa trent'anni dopo, a seguito della riforma tedesca sulle forze di polizia e i numerosi incidenti causati da malviventi a quattro ruote. Parlo di Squadra Speciale Cobra 11.

Non che ci sia tanto da prendere esempio: i due protagonisti, vantano il poco invidiabile record in quanto ad auto di servizio distrutte: cento, al conto attuale. Auto che non sono delle modeste Opel Corsa o Astra, no signori: nella maggior parte dei casi, si tratta di oltraggi a Mercedes, BMW, Audi o Porshe, il fior fiore della produzione automobilistica tedesca.

Se ciò succede anche nella realtà, i contribuenti non devono essere alquanto contenti. Ma è fiction, e i costi sono un onere dei produttori. Certo che fa un bell'effetto, confrontare queste due serie: il sistema americano e quello tedesco, da una parte le mitiche Harley Davidson che marciano sulle infinite highway californiane, e dall'altra, filanti salotti della stella a tre punte, sulle ampie autostrade di Colonia, patria della Ford europea.

Ma l'auto nel cinema, sono anche serie come "Fast & Furious"; esemplari elaborati allo stremo e protagoniste di gare da non emulare.
Non è il genere di film consono ai miei gusti, li giudico fracassoni e confusionari, poco dialogo e aspettative deludenti.
Strano sentirlo da uno cui i motori picciono da sempre: eppure, questa appariscenza e ostentazione, poco si addiccono ad una vera auto sportiva.

L'auto e il cinema, anche in quello d'animazione: è il caso di "Cars", di cui si prospetta il sequel. Solitamente è una mossa azzardata, sia che il primo abbia avuto successo o subìto un penoso flop.
Nella speranza non si verifichi tale eventualità, c'è solo da aspettare che chi lavora al progetto non abbia fretta di finirlo e lo renda gradevole e divertente quanto il primo.
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