Il discorso l’abbiamo sentito varie volte e purtroppo il problema alla base non è cambiato, poiché ancora non sono state offerte soluzioni. Versiamo in un momento (che è in realtà un lungo periodo) di grave crisi economica, poiché la nostra amata Italia non è in grado di offrire a tutti noi il lavoro che è nostro per diritto costituzionale e da questo deriva la crisi che investe tutti i settori, economici e non. Per ora non si vede una soluzione, nemmeno in lontananza.
Le conseguenze di questo problema sono diverse, ma ciò che ora ci preme sottolineare è il risultato di una statistica europea che pone l’Italia al primo posto tra i paesi con il maggior numero di automobili datate (che hanno un’età uguale o maggiore a 10 anni).
Il primato negativo non riflette solo problemi economici, ma anche guai a livello ambientale dato che l’aria è maggiormente inquinata da questi veicoli che emanano sostanze più tossiche rispetto ai mezzi più giovani, andando ad intaccare la nostra salute e quella del nostro pianeta.
Per tentare di arginare questo fenomeno, si è discusso sui trasporti pubblici, che dovrebbero essere sia più efficienti, sia più ecologici, attraverso migliorie effettuate facendo importanti investimenti. Ma si dovrebbe anche tentare di introdurre auto elettriche, ecologiche e moderne, approfittando degli incentivi statali.
Purtroppo però questi incentivi non sono ancora stati stanziati e anche chi potrebbe sostituire la propria auto, non se la sente di farlo senza un piccolo aiuto. Ecco perché nelle nostre strade circolano autovetture vecchie e si è calcolato che mentre nel nord, in città come Milano, Firenze e Bologna, solo il 22% delle auto ha più di 10 anni, nel sud purtroppo, nelle città di Napoli, Bari e Palermo per esempio, le auto in circolazione con 10 o più anni rappresentano una percentuale superiore al 50%.
Nelle condizioni in cui versiamo però, pare quasi offensivo verso chi non riesce ad arrivare a fine mese parlare di cambiare auto per salvaguardare l’ambiente. Che fare dunque?