Le multe sono un cruccio, una maledizione che a volte non meritiamo è vero, ma spesse volte sono più che giustificate visto il comportamento medio dell’automobilista sulle strade, teatro di incidenti lievi ma anche di tragedie che potrebbero essere evitate con un po’ di buonsenso e seguendo il codice stradale.
Qualunque sia la causa di queste costose sanzioni, le ricerche mettono in luce che le cifre accumulate da questa “tassa” sono esorbitanti e ammontano a circa due miliardi di euro l’anno per il territorio italiano. Numeri da capogiro!
Si consideri poi, vedendo nel dettaglio queste cifre, che le polizie locali ricavano dalle sanzioni circa 1.6 miliardi di euro, mentre i Carabinieri e la Polstrada, durante i loro controlli, riescono a racimolare con le tanto odiate multe ben 400 milioni di euro.
Il problema però è che i tanti euro ricavati dai salassi agli automobilisti non vengono reinvestiti come vorrebbe la legge. Secondo il codice stradale, infatti, il 50% del denaro ottenuto attraverso le multe dovrebbe essere destinato a opere di miglioramento delle condizioni stradali e della sicurezza. Ma questo non accade, l’intera cifra è spesa in altri modi.
Anche se il dato non desta scalpore (siamo abituati a episodi di questo genere), viene da chiedersi quale sia il motivo che spinge i comuni ad appropriarsi del denaro pubblico e ad investirli in altri settori.
Posizionata all’undicesimo posto nella classifica europea che stabilisce l’ordine dei paesi nella diminuzione dei numero di morti e feriti sulle strade durante gli ultimi dieci anni, l’Italia ha avuto a disposizione, in questo lasso di tempo, ben venti miliardi di euro ricavati dalle citate multe.
La legge vorrebbe che tali cifre venissero spartite in questo modo: il 25% per migliorare le strade, effettuare la manutenzione e svolgere nelle scuole corsi di educazione stradale, il 12,5% per migliorare i controlli effettuati dalla polizia stradale e il restante 12,5% per migliorare la segnaletica stradale.
Perché mai tutto questo non accade e invece ci si lamenta della pericolosità delle strade senza fare nulla di concreto pur avendone, appunto, l’opportunità?
La parola passa a chi di dovere.